martedì 24 novembre 2009

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Avere ventinove anni e essere alla ricerca del primo vero lavoro non è il migliore dei mondi possibili. Trovarsi in questa spiacevole condizione in un momento di crisi mondiale, rende la cosa ancora meno desiderabile. Io ho ventinove anni, ben portati, laureato in ingegneria da un anno e senza lavoro, alla ricerca del primo, almeno del primo vero, gli altri per quanto nobili e ben remunerati erano molto, come dire, temporanei. La verità è che il tutto è reso più difficile dal fatto che io in realtà il lavoro non lo sto cercando, non per le strade convenzionali, per il momento lo sto cercando nella mia testa. Questa affermazione potrebbe sembrare un po' assurda ma, nella mia testa, gode di un'invidiabile coerenza. Provo a spiegarmi. Come faccio a trovare un lavoro nell'intricato mondo che c'è lì fuori se neanche conosco quello che voglio fare? Molti esperti, gente che c'è passata prima di me, mi ha consigliato di sparare nel mucchio, di inviare curricula come fossero email che pubblicizzano viagra, di riempire gli uffici di human recruitment di mie cover letter.

Bene, io non sono fatto così, per indole. È come se mi si chiedesse di andare in discoteca e di provarci random con chi mi capita a tiro che tanto alla fine una che ci sta la becco. Non sono così, ho sempre preferito scegliere accuratamente la mia preda e poi attaccarla nel momento più opportuno. Uno può essere lupo, amante del branco e della caccia disordinata, o felino, freddo stratega e infallibile cacciatore. Da questo punto di vista riesco a indossare meglio una pelle maculata da leopardo, rispetto ad una pelliccia spellacchiata. Si ritorna quindi nella mia testa dove avevamo lasciato me a cercare qualche indizio sul suo futuro prima di cominciare la dissertazione felina.

Così sono arrivato alla conclusione che questo spazio, che per due anni ha cercato di capire quale fosse la sua utilità, sarà il mio lettino di psicoanalisi. Sarà l'amico che mi aiuterà a mettere ordine nella mia testa alla ricerca di una traccia da seguire lungo la dorata strada del mondo dei lavoratori. Sarà il depositario dei miei tentativi di successo e dei miei insuccessi. Potrebbe essere il diario di un giovane disoccupato e se un giorno sarò occupato diventerà una guida per altri giovani disoccupati in cerca di occupazione. Per ora siamo fermi a due rifiuti, uno cortese con tanto di mail di scuse, un altro sottinteso, nessuno si è mai fatto sentire. L'unica consolazione è che puntavo alto, questo sì, è nella mia indole.