martedì 16 febbraio 2010

#497

Quando la cosa è cominciata non ci aveva fatto nemmeno troppo caso. Sì, insomma poteva anche capitare una roba del genere e a dirla tutta non era neanche spiacevole, tutt'altro. Poteva creargli qualche imbarazzo, forse anche qualche problema di coscienza, ma niente di particolarmente preoccupante in fondo, chi ci pensa più oggi alla coscienza. Si è accorto di avere un vero e proprio problema nel giro di qualche settimana quando il fenomeno iniziava a presentarsi con più regolarità, era ancora piacevole beninteso, ma cominciava sentirsi un po' a disagio. Più che altro perché non ne conosceva la causa e, con ragionamenti da psicanalista da corsi serali, cercava di andare oltre il significato più ovvio che la faccenda potesse suggerire di avere.

Non c'erano mancanze nella sua pur non brillante esistenza, non almeno le mancanze che sembravano dovessero esserci analizzando la sua particolare patologia. Anzi, se proprio si vuole essere più precisi, la sua vita era stracolma di mancanze, c'erano tutte le mancanze del mondo, tutte tranne quelle che ciò che gli accadeva spingeva a individuare, tutto tranne quella. Però continuava a non lamentarsi, in fondo restava un piacere, non era mica afflitto da emicrania cronica o ragadi anali. Niente di tutto ciò, soltanto un pensiero fisso che si presentava con insistenza nella sua testa ogni qualvolta questa si abbandonava alle sue fasi di inconscio, durante il sonno per farla breve.

Perché è di sogni che stiamo parlando e, attenzione, non di incubi come si potrebbe credere. Aveva un problema con il suo universo onirico, un universo che da qualche mese ormai era diventato monotematico, un universo che non aspettava chissà quali fasi del sonno per palesarsi, bastava chiudere gli occhi per qualche secondo, quando le righe di un libro diventavano un po' più piccole e sfocate, perché tutto il teatrino cominciasse la sua allegra rappresentazione. I primi tempi accoglieva queste manifestazioni con gioia e spesso gli occhi finiva per tenerli chiusi fino al mattino successivo, in seguito non sarebbe stato più così.

Balzava letteralmente, ritornava rapidamente alla veglia, se qualcuno avesse condiviso, a volte capitava, il letto con lui non avrebbe potuto che meravigliarsi di fronte a questi risvegli repentini. Ma non bastavano, perché tanto prima o poi avrebbe dovuto dormire e, quando lo faceva, lo spettacolo nella sua mente era nuovamente in scena, irrimediabilmente. Ora le sue nottate sono tanti piccoli frammenti di lucidità alternati ad altrettanto piccoli spezzoni di incoscienza. Al mattino è stanco ma rassegnato a portare con sé quella stanchezza fino alla sera, per poi ritrovarla intatta, se non fortificata, al mattino successivo, dopo un'altra notte con quei pensieri nella testa.

Sogna donne nude, sempre, ogni volta che chiude gli occhi. Donne nude, e sconosciute, popolano il mondo dei suoi sogni o anche semplicemente dei suoi momentanei, brevissimi, momenti di incoscienza. Non riesce più a dormire, queste donne lo spaventano a morte, ormai nella sua testa sono rappresentate come valchirie a cavallo e con la spada sguainata, una tortura. E lo è ancora di più il fatto che tutte le persone con cui ha provato a parlarne, tutte quelle di sesso maschile, non capiscano la drammaticità della cosa, tendendo per lo più a ritenerlo sostanzialmente fortunato, perché, insomma, meglio le donne nude che gli esattori delle tasse o cos'altro. Ma non è così, meglio gli esattori, meglio qualunque altra cosa, a patto che non diventi un tormento che ciclicamente ripete se stesso.